Controlli di Qualità di apparecchiature radiologiche e per Risonanza Magnetica
I programmi di assicurazione della qualità delle
prestazioni mediche in radiologia diagnostica fanno uso
massicciamente di
misure periodiche dei parametri fisici che descrivono il
livello delle prestazioni delle apparecchiature
radiologiche che producono l’immagine diagnostica
(sia a raggi X che a Risonanza Magnetica Nucleare, RMN).
Dette misure impiegano sia
strumentazione elettronica che
fantocci che producano immagini particolari da
cui desumere il livello del parametro della prestazione
messo sotto indagine.
La strumentazione elettronica è
analoga sia per misure in radiologia tradizionale che
per misure in tomografia computerizzata (CT), mentre non
è ordinariamente usata in misure su RMN.
I fantocci
sono particolari e distinti per Radiologia Tradizionale
con e senza Intensificatori di Brillanza, per
Angiografia Digitale a sottrazione, per TAC e per RMN.
Un particolare discorso viene fatto per i controlli di
qualità sullo sviluppo e stampa delle lastre e
sull’impiego congiunto di intensificatori d’immagine
(cassette a fosfori).
Come strumentazione elettronica la SO.FI.MED. impiega il
Multimetro (kVp, mA, tempi, dosi e intensità di luce)
PMX III della
RTI Electoics, sia nella versione R/M per
radiologia e mammografia che R/CT per radiologia e TAC.
Per la misura delle dosi il Multimetro si avvale di un
rivelatore esterno, al silicio a barriera di superficie,
visibile nella foto a fianco.
Il PMX III viene
impiegato con il
software ORTIGO che permette di gestire con il
computer la molteplicità delle misure richieste per i
controlli.
Solo per particolari indagini o per contestazioni in
fase di prove di accettazione di nuove apparecchiature
radiologiche, un ulteriore strumento di misura
elettronico viene impiegato, il
Real Focus Meter della stessa RTI Electoics, che
rlileva dettagliatamente il profilo della macchia focale
dei tubi a raggi X.
Nelle misure ordinarie della macchia focale, invece, le
sue dimensioni vengono misurate attraverso le immagini
di fantocci denominati
Star Patterns, che rappresentano una serie di
raggi in un cerchio, la cui definizione viene persa a
distanze dal centro corrispondenti alle dimensioni della
macchia focale.
Gli
altri fantocci impiegati nelle misure in radiologia
tradizionale sono: il
VISI X fantoccio a luminescenza ai raggi X
dedicato al monitoraggio diretto delle dimensioni del
fascio primario e l’
ETR-1
per gli studi geometrici e di risoluzione mediante una
sola lastra (qui a sinistra), nonché tutti i fantocci
per gli studi di risoluzione ad alto e basso contrasto
per la fluoroscopia con e senza Intensificatore di
Brillanza TOR-CDR e TOR-18 FG.
TOR-CDR
TOR-18 FG
Per la mammografia la SO.FI.MED. impiega
ulteriormente il fantoccio
TOR-MAS, Università di Leeds, che ha la forma e
la densità adatta a simulare la mammella e contiene gli
inserti utili per le misure di risoluzione sino ai
valori elevati richiesti dalla particolare applicazione.
Per la TAC la SO.FI.MED. impiega
più di un fantoccio.
Per la misura delle
dosi CT viene fatto uso dei fantocci
Head and Body Dose, modelli Nuclear
Associates
76-415 e 76-414, entrambi cilindrici e di dimensioni più ridotte quello per la
testa, dotati di fori al centro e verso la periferia (sotto 1 cm di plexiglass)
nei quali si infila una camera a ionizzazione a
matita da 3,5 cc di volume per la misura della dose,
modello Scanditronix della ditta Wellhofer.
Invece per la misura delle prestazioni delle TAC sia
ordinarie, che a spirale o Multi Slice (MS) viene
impiegato
il fantoccio Catphan 600, con i suoi inserti CTP
404, 591, 528, 515 e 486. Esso permette in
tutte le circostanze tutti i possibili studi di
dimensioni dei pixel e distanze, di allineamento, di
distorsioni geometriche, di Sensitometria e Scala di
contrasto, di visibilità di bersagli acrilici, di
risoluzione ad alto e basso contrasto (Supra e Sub Slice),
di dimensioni (anche sub millimetriche) di Slices
singole o MS più SSP (Slice Sensitive Profile) delle
Slices a spirale, di Offset delle collocazioni nominali
delle slices, di MTF (Modulation Transfer Function), di
uniformità differenziali ed integrali, di artefatti.
Per le misure necessarie sugli Angiografi
Digitali a Sottrazione, invece, la società dispone del
Fantoccio Componibile modello DSA della Nuclear Associates, formato da
diversi inserti componibili a base di plexiglass contenenti specifici dettagli
per la simulazione delle varie condizioni dei vasi sanguigni e delle condizioni
diagnostiche tipiche delle patologie circolatorie che ineriscono nell’impiego
della specifica apparecchiatura radiologica.
Per i controlli di qualità sulle
Risonanze Magnetiche Nucleari (RMN) la So.Fi.Med. dispone dei seguenti
fantocci:
modello
76-908 3DRAS (3 D Resolution and Slice Phantom) della Nuclear Associates
dedicato alle misure di risoluzione ad alto contrasto ed alle misure di
dimensioni del profilo della “slice” e del suo”Offset” in tutti e tre i piani
Assiale, Sagittale e Coronale attraverso la sua serie multipla di inserti
ortogonali per la misura della risoluzione e del profilo;
modello
76-907 UAL (Uniformity and Linearity Phantom) della Nuclear Associates
dedicato alle misure di uniformità e linearità dell’immagine RMN, di artefatti e
di DC Offsets;
modello 76-903 MRI
Multi Purpose Phantom della Nuclear Associates
dedicato a misure di omogeneità di campo magnetico, di uniformità RF, di tempi
T1 e T2, di uniformità delle dimensioni del profilo della fetta, valutazioni MFT
e macchia focale ed altro ancora.
Per effettuare i controlli di qualità sulle apparecchiature della
Camera Oscura (sviluppatrice) le lastre vengono esposte all’impressione
di un Sensitometro X-RITE modello 394
che realizza una scala di livelli di grigio le cui densità ottiche vengono poi
digitizzate attraverso le letture di un
Densitometro Wellhofer, modello Unilight D.
Le misure di luminosità dei diafanoscopi
vengono realizzate elettronicamente mediante il PMX III dotato di opportuno
sensore di intensità luminosa. Mediante lo stesso sistema, impiegato con diversi
accorgimenti, vengono realizzate le misure di
illuminazione dell’ambiente in cui i diafanoscopi sono installati.
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